NOTA STORICA
Abbiamo adattato a Reliquiario per il Beato Giovanni Paolo II il noto Ostensorio di Raffaello in argento, copia di quello dipinto situato nell’asse centrale della Disputa del Sacramento in Vaticano. Nella storia degli oggetti sacri si è trovato che i primi ostensori erano adattamenti di altri oggetti liturgici, quali reliquiari, o pissidi, ai quali veniva aggiunta una lunetta in oro. L’uso del reliquiario rendeva evidente, il riconoscimento nell’ostia consacrata, il Corpo di Cristo risorto. La forma stessa dell’ ostensorio derivò così dalla tipologia definita del reliquiario su piedistallo. La necessità di definire un oggetto liturgico per la ostensione dell’ostia consacrata si ebbe solo nel corso del XV secolo. A distanza di secoli, si è fatto il percorso inverso, da ostensorio a reliquiario. Nel riadattarlo alla sua forma originaria si sono aggiunti alcuni simboli (Croce e colonne), in chiara differenza tra un Ostensorio che espone l’Eucarestia Corpo reale di Cristo e un Reliquiario che espone soltanto un frammento sacro, solitamente del corpo di un Santo o Beato.
DESCRIZIONE
L’opera è tutta in argento 925/°°, pesa Kg. 2,870 e si compone di 72 elementi, eseguiti a mano e, per quanto possibile, secondo le tecniche artigianali deJJ’epoca di Raffaello. Sul «retro» trovano posto otto coraJJi rossi tondi cahochon che rifiniscono i dadi di ritegno delle applicazioni frontali, così da rendere il verso dignitoso come il fronte. Il reliquiario si compone di due facce di gran dignità, così che il devoto non abbia mai l’impressione di trovarsi dietro. La completa realizzazione dell’opera ha richiesto circa undici mesi di lavoro, di cui molto è stato speso per lo studio, al confronto con l’originale al fine di raggiungere la corretta interpretazione e armonizzazione di tutti gli elementi. Per il primo oggetto è stato necessario realizzare 6 disegni preparatori, 2 modeJJi di legno, 2 basi di gesso riproducenti l’esatto profilo di queJJ’originale, 14 modeJJi per i decori e più di 18 stampi d’acciaio per la tomitura delle lastre d’argento per gli elementi portanti, oltre a 12 stampi di gomma per la riproduzione dei decori. Si sono realizzati tre ostensori di prova, per capire il corretto montaggio e la tenuta meccanica, di cui uno in rame e argento e gli altri due tutti in argento, poi si è proceduto al definitivo montaggio di quest’esemplare. Tutte le competenze artigianali che hanno contribuito a realizzare quest’opera, si sono prodigate oltre il dovuto, consapevoli di partecipare ad un progetto mai tentato prima d’ora. L’opera d’arte di Raffaello, ora divenuta un’opera deJJ’arte orafa romana, non tradisce lo spirito Maestro d’Urbino, rimanendo uno strumento liturgico, nel quale venerare il la reliquia del Beato Giovanni Paolo II.